Le chiavi di accesso alla città(invisibile) del gioco d'azzardo

Ci sono città che si nascondono dentro altre città.  Città non subito visibili, fatte da confini in continuo mutamento, confini non evidenti e difficili da trovare se non avvicinandosi e riuscendo ad oltrepassare le linee leggere.  La città di cui vorremmo parlarvi è particolare perché è una città che non solo vive dentro un’altra città (e non solo dentro una, ma probabilmente in tutte), ma anche perché a sua volta ha in sé altre città. In un anno e mezzo di operativa di strada ne abbiamo scoperto, non senza difficoltà, alcuni confini, riuscendo a dissipare la nebbia.

Sì perché questa città di cui vi parleremo è una città in apparenza invisibile. Come quando si cammina in un prato e non si percepisce il ritmo e il movimento della natura sottostante. Come un formicaio o un alveare: è la città dell’azzardo.

E’ un luogo dove le parole sono sempre troppe, dove i segni e la superstizione è quotidiana.
E’ una città che contempla tuttə lə possibilə cittadinə. Non c’è un abitante tipo: giovani, vecchi, donne e uomini, poveri  e ricchi.
E’ una città dove si entra con degli oggetti preziosi e se ne esce senza.   Il rischiare appunto è la caratteristica più forte di questa città. Una città dicevamo invisibile. Le altre persone non la vedono, ci passano accanto, ne sfiorano i confini, gli abitanti, i luoghi nevralgici.
Il segreto è parte di questa città. Ogni città che detiene un segreto ha la necessità di tenerlo a riparo, chiuso con delle porte, anch’esse invisibili. 

La nostra ricerca ci ha fatto trovare alcune chiavi che possono aprire quelle porte. Per esplorare questa città abbiamo usato queste chiavi. La chiave dell’unità di strada, la chiave della mediazione, la chiave delle interviste, la chiave degli sportelli, la chiave degli eventi.
Ogni chiave ha aperto una porta che ci ha permesso di guardare luoghi diversi. Quelle porte aperte hanno generato la nostra nuova mappa.

Ecco porte e chiavi nel dettaglio.

Dati economici gioco d’azzardo Comune di Prato - 2022

1.Mappatura: esplorare e immergersi.

Una mappa è la prima cosa che serve a un viaggiatore per orientarsi in un nuovo territorio.
In assenza di una mappa dell’azzardo abbiamo deciso di utilizzare le nostre esplorazioni per crearne una.
Una mappa che riuscisse piano piano a far emergere i luoghi nevralgici della città dell’azzardo.
Una mappa disegnata dal basso che tiene conto della mutevolezza, una mappa in movimento, che sembra quasi un controsenso, ma che invece disegna una delle tratte importanti per affacciarsi alla città dell’azzardo: non dare niente per scontato né per assunto. La città dell’azzardo si muove continuamente perché di fatto è organismo vivente.

Osservare e conoscere come il gioco d’azzardo si disegna all’interno del territorio significa identificare i luoghi, gli attori e, in funzione dell’intervento di prossimità e riduzione dei rischi, le possibili reti di comunità attivabili sul territorio, costruirne quindi una mappa.

I dati sopra riportati ci mostrano, se comparati a quelli di altre città sul territorio regionale, dati complessivi molto alti, ma in particolare modo quelli relativi alla raccolta VLT molto alti, con 318 milioni di euro. Ad esempio Firenze nello stesso anno di riferimento si attesta a circa 115 milioni di euro e Livorno a 46 milioni di euro, corrispondendo a una raccolta pro capite rispettivamente di 320 euro e 301 euro. La costruzione della mappa dell’azzardo della città di Prato è stata una sfida complessa in quanto, contrariamente a quel che si è portati a credere, una mappa essendo espressione anche della popolazione che ci vive è in continuo mutamento proprio come la popolazione stessa.

Attraverso il nostro lavoro sono stati molti i luoghi che abbiamo scoperto aver cambiato destinazione, oppure non esistere più, essersi spostati o non essere stati rilevati dallo strumento che ci è stato assegnato come punto di partenza dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, incaricata della valutazione d’impatto per l’intero Piano di Contrasto ai rischi del gioco d’azzardo della Regione Toscana.

Nello specifico, infatti, il primo step del lavoro svolto sul territorio si è sviluppato a partire dai luoghi di gioco all’interno del comune segnalati dall’App Gioco Legale, come indicato dalla Scuola Superiore Sant’Anna. L’app Gioco Legale, progettata per conto dell’ Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, è nata con lo scopo di indirizzare i cittadini verso il gioco legale. A partire dai dati registrati in tale App, l’unità di strada dell’equipe ha fisicamente verificato ogni luogo di gioco, provvedendo a registrare i luoghi chiusi definitivamente, quelli chiusi temporaneamente e a rilevare l’esistenza sul territorio di luoghi non presenti nell’App Gioco Legale, disambiguando la registrazione dell’app Gioco Legale, che avviene per tipologia di gioco e non per luogo di gioco.

In questa fase l’unità di strada ha condotto la rilevazione in anonimato, rilevando ubicazione, denominazione e strutturazione di luoghi di gioco, stakeholder formali e altri luoghi di rilevanza.
Per luoghi di gioco si intendono tutti i esercizi e locali con apparecchi con vincita in denaro (AWP) Slot e New Slot, esercizi e locali con Video Lottery Terminal (VLT), esercizi e locali per la raccolta di scommesse, le Sale Bingo, esercizi con vendita di lotterie istantanee, lotto e affini.

 

La seconda fase invece ha visto l’equipe impegnata nel contatto diretto

Per stakeholder formali vengono considerate le seguenti categorie di luoghi, come definite dalla Scuola Superiore Sant’Anna: Circoli Arci, Circoli Acli, Farmacie e Parafarmacie, Parrocchie, Sedi Caritas, Ambulatori Medici, Auser, Distretti Sanitari, Centri Di Aggregazione Anziani, Patronati/Caf, Misericordia, Svs – Pubblica Assistenza, Ufficio Informagiovani, Centri Per Impiego, Centri Di Aggregazione Giovanili.
Sono stati inoltre rilevati e mappati altri esercizi commerciali o luoghi strategici del territorio al fine di inserirli dentro le attività di costruzione della rete per la realizzazione di eventi, micro eventi e attività di informazione e sensibilizzazione.

La seconda fase invece ha visto l’equipe impegnata nel contatto diretto con i luoghi sopra menzionati. Attraverso la distribuzione di materiale informativo e la promozione dello sportello d’ascolto aperto da febbraio 2023 in via Curtatone 34, l’unità di strada ha preso contatto con una percentuale molto elevata delle realtà rilevate, provvedendo a registrare le reazioni dei gestori o dei dipendenti in relazione alle azioni di progetto. L’equipe, in questa fase, non solo ha condotto osservazione del fenomeno nei luoghi di gioco territoriali, ma anche promosso azioni di prevenzione e contrasto al disturbo da gioco d’azzardo.

La terza fase della mappatura ha visto la creazione attraverso l’utilizzo di MyMaps di uno strumento interattivo con geolocalizzazione aggiornato al cui interno sono stati registrati tutti i luoghi del territorio della città di Prato interessati dal fenomeno del gioco d’azzardo. MYMAPS offre la possibilità di ottenere una visione generale ed immediata relativamente alla presenza sul territorio da una parte di esercizi che, a vari livelli, offrano la possibilità di giocare d’azzardo, dall’altra di tutte quelle realtà che possono essere considerate partner nella diffusione del materiale informativo e di prevenzione.

Nel registrare i luoghi interessati dal fenomeno del gioco d’azzardo all’interno di MyMaps è stata creata una legenda con delle icone con simboli e colori differenti. Le icone utilizzate nella mappatura delle zone della Comune pratese, e quelle relative ai luoghi di gioco assumono in MyMaps una colorazione differente in base alla disponibilità fornita dai gestori nel collaborare con il progetto esponendo il materiale informativo sui rischi dell’azzardo. Il colore verde è riservato a tutti quegli esercizi commerciali che si sono mostrati disponibili a collaborare e hanno accettato di esporre il materiale informativo del progetto. Il colore rosso rappresenta quegli esercizi commerciali che non hanno accettato di esporre il materiale informativo e si sono dichiarati non propensi alla collaborazione. Le icone di colore nero indicano i luoghi con attività di azzardo dove sono state fatte osservazioni esterne, ma i cui gestori, a causa delle chiusure occorse per ragioni non sempre conosciute, non sono stati contattati direttamente dagli operatori.

Una mappa interattiva dove sono stati registrati tutti i luoghi della città di Prato interessati dal fenomeno del gioco d’azzardo

La mappa è stata
organizzata in 9 livelli

Tali livelli si distinguono principalmente in livelli relativi alla possibile presenza di luoghi di gioco (Circoli Arci e Acli | Sale Slot-Bingo-BetPoint | Bar-Tabacchi | Altro) e livelli relativi agli stakeholder presenti sul territorio (Circoli di aggregazione giovanile | Servizi alla persona | Misericordie | Ambulatori medici | Farmacie-Parafarmacie).

A dispetto delle aspettative, si riscontra una percentuale alta di luoghi di gioco disposti a collaborare con il progetto (in totale 92% dei luoghi contattati), con differenze riscontrate secondo le diverse categorie di luoghi di gioco. Si registra infatti un’adesione totale dei circoli con awp contattati, mentre altre tipologie di luoghi di gioco (sale scommesse, sale con VTL e sale bingo) si sono dimostrati più reticenti, seppur con una percentuale comunque alta di disponibilità.

luoghi di gioco rilevati 199
luoghi di gioco contattati 141
luoghi di gioco disponibili a collaborare 130
luoghi di gioco non disponibili a collaborare 11
luoghi di gioco da contattare 40
luoghi di gioco osservati esternamente 18

2.Prossimità. La chiave dell'unità di strada e lo sportello di ascolto.

La città dell’azzardo per essere vista e riconoscibile ha bisogno di una vicinanza e una delicatezza che solo la curiosità del viaggiatore può offrire.
A piedi, in macchina, entrando delicatamente nelle porte dei luoghi della città abbiamo iniziato a capirne il linguaggio, le difficoltà, la stratificazione, la solitudine. La freddezza di una città costruita su una base apparentemente semplice ha portato in evidenza in realtà lacrime, rimorsi, preoccupazioni, sogni che nella vicinanza di un bancone di un bar o nel buio di una sala slot, abbiamo avuto la possibilità di ascoltare e accogliere. La prossimità dell’unità di strada permette la confidenza del viandante incontrato per caso a cui si raccontano i propri segreti perché occhio e sguardo neutro. Tanti e tante le storie incontrate, intrecciate. Storie che hanno creato legami fugaci o anche più duraturi. Alleanze complici.

Il dispositivo delle unità di strada nasce con l’obiettivo di entrare in contatto con un’utenza che difficilmente, per motivi sociali, culturali ed economici, potrebbe accedere a servizi di prevenzione e sostegno. L’unità di strada contattando le persone nei setting naturali, adottando linguaggi e registri di comunicazione informale lavora per far emergere bisogni sommersi, attiva meccanismi relazionali che facilitano la costruzione di reti territoriali di supporto, diffondendo informazioni corrette in un’ottica di prevenzione e riduzione dei rischi e orientando la popolazione ai servizi esistenti sul territorio.
L’unità di strada di Prato in Gioco è formata da un’équipe transdisciplinare, che contempla al proprio interno diverse figure professionali che, in continuo dialogo e scambio tra loro, ha attivato l’intervento sul Comune di Prato.
Nel dettaglio l’équipe è composta da operatori sociali, psicologi, mediatori linguistico culturali e antropologi, figure che hanno messo a disposizione le proprie competenze, sensibilità e punti di vista specificatamente situati professionalmente. In particolar modo le due figure di mediatrici linguistico culturali che hanno partecipato al progetto ci hanno aiutato, secondo il loro posizionamento (una mediatrice madrelingua cinese e una mediatrice sinofona) a navigare nella complessità di una città con una componente significativa di una comunità diasporica di origine cinese.

L’équipe ha effettuato da settembre 2022 a gennaio 2023 le uscite di mappatura, mentre a partire dal mese di gennaio 2023 ha iniziato a avviare il lavoro di contatto con il territorio. Attraverso la diffusione di materiale informativo di promozione dello sportello di ascolto Tipster Point, aperto quattro volte a settimana, grazie alla sinergia con un altro progetto parte del Piano di Contrasto (Game L-over) gli operatori hanno preso contatto con i gestori dei luoghi di gioco, i diversi stakeholder, i servizi e le istituzioni presenti sul territorio.

Il dispositivo delle unità di strada nasce con l'obiettivo di entrare in contatto con un'utenza che difficilmente, per motivi sociali, culturali ed economici, potrebbe accedere a servizi di prevenzione e sostegno.
Il punto di vista degli esercenti ci è sembrato fondamentale per comprendere questo fenomeno nella sua interezza, per comprenderne i funzionamenti, le dinamiche interne e gli attori in gioco

Il progetto ha previsto quattro uscite settimanali di due operatori, in tre di esse supportate dalle mediatrici linguistico culturali, in orari diversi della giornata, modificando la propria presenza individuando orari e luoghi strategici.

Dopo un primo momento di difficoltà nel lavoro di contatto con esercenti e gestori di luoghi dedicati al gioco (circoli arci, bar, tabaccherie, sale slot), dovuto alla consapevolezza che la nostra era una posizione liminale, in cui la proposta di collaborazione nelle attività dedicate alla sensibilizzazione e all’informazione sui rischi del gioco d’azzardo poteva essere letta come una potenziale criticità rispetto alla riduzione dei guadagni, questa osservazione ci ha permesso di individuare gli esercenti come protagonisti attivi, come soggetti agenti nel rapporto che intercorre tra i giocatori ed il gioco d’azzardo, aprendo così lo scenario ad una moltitudine di protagonisti di cui inizialmente non eravamo riusciti a comprendere il potenziale ruolo.
Comunicando con loro ed osservando le loro reazioni alla nostra proposta, abbiamo notato che da parte degli esercenti ci sono, rispetto al gioco d’azzardo ed ai relativi consumatori, posizionamenti diversi ma probabilmente afferenti all’ambito emotivo.
Anche nei rari casi in cui abbiamo ricevuto risposte negative la sensazione è stata che ci fosse una gestione critica della propria responsabilità, determinato dalla consapevolezza di essere “dispensatori” di un bene che può generare atteggiamenti compulsivi e di dipendenza.
Nella maggior parte dei casi la nostra proposta è stata accolta con curiosità e partecipazione, e spesso nei racconti che abbiamo ascoltato era già presente la volontà di attivare dei comportamenti funzionali a ridurre la compulsività dei giocatori, anche quando questo poteva condizionare in modo negativo i guadagni e le vendite.
Considerare esercenti e gestori dei luoghi di gioco come punti di riferimento, in cui e da cui osservare le modalità di gioco messe in atto dai giocatori ci ha dato la possibilità di accedere a sguardi diversi e trasversali con cui imparare ad osservare l’argomento a cui ci siamo dedicati, creando una rete di rapporti con chi ha uno sguardo privilegiato sul tema.
Tra gli strumenti che abbiamo utilizzato per approfondire questi sguardi e queste visioni, ci sono interviste e focus group, in cui gli esercenti hanno potuto confrontarsi tra loro e con noi, cercando di individuare delle modalità funzionali e sostenibili per rendere il gioco uno strumento di divertimento e distrazione ed evitare che sfoci in una dipendenza.
È emerso come in alcuni casi i gestori di bar, tabacchi e circoli hanno proceduto, non senza difficoltà e con una certa determinazione, alla dismissione di slot machine, in altri a limitare il numero dei gratta e vinci esposti, insomma i gestori in modalità differenti e talvolta fantasiose hanno attivato le loro strategie volte a ridurre il rischio di comportamenti compulsivi da parte dei giocatori.
Dai focus group e dalle interviste realizzate è emerso che nella quasi totalità dei casi una delle pratiche disincentivanti più agite e ritenute funzionali è quella di inserire il gioco in un contesto relazionale attento ed attivo, in contrapposizione con le caratteristiche estranianti della slot machine.
Alla domanda: “cosa pensate che si possa fare per limitare atteggiamenti problematici/compulsivi” la risposta è stata, in modo uniforme, direzionata verso la creazione di relazioni sociali, attenzione al cliente, alle sue modalità di gioco, ma anche a favorire relazioni tra i frequentatori stessi, così da consentire una sorta di controllo reciproco.
Rispetto a questo tema è risultata problematica la posizione degli operatori di alcuni contesti di gioco in cui il raggiungimento di obiettivi economici più stringenti, significativi e definiti (ad esempio bonus, personale limitato o protocolli definiti di gestione del cliente), quindi effettivo deterrente a disinnescare atteggiamenti compulsivi di gioco.
Il punto di vista degli esercenti ci è sembrato fondamentale per comprendere questo fenomeno nella sua interezza, per comprenderne i funzionamenti, le dinamiche interne e gli attori in gioco, è stato particolarmente importante trovare la chiave per riuscire ad ascoltare tutte le voci e non indietreggiare di fronte alle iniziali ritrosie di chi del lavora con il gioco d’azzardo.
Da febbraio 2023 il progetto ha aperto lo sportello d’ascolto Tipster Point che si rivolge ai giocatori, ai loro familiari e a tutte le associazioni e realtà del territorio, offrendo ascolto, supporto e orientamento.
Un elemento di successo dello sportello è stato quello di presentarsi come un punto di ascolto “informale” e a bassa soglia, ponendosi come obiettivo quello di facilitare l’incontro tra l’utente ed il servizio pubblico delle dipendenze (Serd), ancora oggi a volte percepito come esclusivamente rivolto a problematiche legate all’uso di sostanze altamente stigmatizzate. In quest’ottica, potrebbe essere importante lavorare, in futuro, cercando di ridurre questa distanza percepita, promuovendo momenti di maggior contatto tra gli operatori del servizio Serd e la cittadinanza e coinvolgendo i primi in contesti “informali” di prevenzione come è stato quello del Tipster Point.
Nel corso di un anno di attività lo sportello ha registrato 33 accessi per la maggior parte italiani (72%), seguiti da romeni (21%) e cinesi (7%).
Del totale degli accessi 22 sono stati da parte di utenti e/o familiari di essi relativi alla richiesta di aiuto per una problematica di gioco.
Altri 11 accessi sono stati da parte di associazioni del territorio per lo sviluppo di azioni/eventi di sensibilizzazione ai giochi d’azzardo e al DGA.

3. Ponti. La mediazione linguistica e culturale

1.Analisi della comunità cinese di Prato

A causa delle origini storiche e delle reti di immigrazione dei cinesi italiani d’oltremare (cinesi che hanno cittadinanza cinese ma che vivono all’estero per lungo tempo) la maggioranza della comunità sinofona di Prato, per quanto le città di origine siano sempre più diversificate, proviene dallo Zhejiang.
Una ricerca condotta negli anni ’90 ha mostrato che il 90% dei cinesi in Italia proveniva dalla provincia dello Zhejiang, di cui Wenzhou e Lishui erano le principali città. Tuttavia, dalla fine degli anni ’90, la Cina nord-orientale, il Fujian e altri luoghi sono gradualmente diventati anch’essi luoghi di emigrazione in Italia. Nel 2009, i cinesi d’oltremare dello Zhejiang rappresentavano circa il 90% del totale dei cinesi presenti a Milano e sebbene il numero di cinesi d’oltremare a Prato stia gradualmente aumentando dal Fujian e dalla Cina nordorientale, oltre l’80% degli immigrati cinesi proviene dall’area di Wenzhou e tra gli oltre 40.000 cinesi d’oltremare, quasi 30.000 provengono da Wenzhou.

2.Livello di istruzione della comunità cinese di Prato.

In generale, il livello di istruzione dei cinesi che lavorano in Italia non è elevato. Durante l’ondata migratoria di prima generazione negli anni ’80 e ’90, la maggior parte degli immigrati cinesi provenienti da aree remote lungo la costa sud-orientale della Cina avevano un’istruzione elementare o livelli di istruzione inferiori, ed erano generalmente inferiori a quelli di altri immigrati asiatici in Italia.
D’altronde, solo nell’anno 1986 è entrata in vigore la Legge dell’Istruzione dell’Obbligo della Repubblica Popolare di Cina che prevede sul piano giuridico l’istruzione obbligatoria per nove anni e che tutela il diritto allo studio dei bambini cinesi di età scolare. Ciò significa che prima dell’attuazione di questa legge, l’istruzione dell’obbligo non era generalizzata in particolare nelle regioni economicamente arretrate in cui le tradizioni esercitavano un ruolo fondamentale. Dal punto di vista storico, lo Zhejiang meridionale, da cui proviene la maggioranza dei migranti cinesi in Italia, si è trovata ai margini e l’economia locale per lungo tempo è stata caratterizzata dall’agricoltura. Limitato dalle condizioni economiche sfavorevoli, il livello di istruzione degli abitanti nello Zhejiang meridionale era più basso rispetto a quello degli abitanti delle regioni avanzate. In questa regione, vi erano più villaggi e meno città, questa struttura permette di conservare il modello tradizionale di vita rurale e le masse erano associate strettamente al territorio e alle tradizioni locali.

La dispersione scolastica dei ragazzi cinesi di seconda generazione nel corso dei primi anni delle scuole medie superiori è molto alta, molti abbandonano i percorsi scolastici per entrare nel mondo del lavoro, in supporto ai genitori ed alla famiglia in generale. Le ragioni della dispersione scolastica sono molte, come le difficili condizioni socio-economiche, l’elevata mobilità per ragioni lavorative o sociali, le assenze da scuola per i rientri in Cina (spesso molto lunghi, considerate le distanze), gli impegni lavorativi, le condizioni abitative, molti ragazzi, infatti, come i loro genitori vivono in luoghi che sono spesso anche luogo di lavoro, privi di spazi personali. Nonostante tutto questo negli ultimi anni il livello di istruzione dei cinesi in Italia ha continuato a migliorare, anche grazie ai progetti di contrasto alla dispersione scolastica attivati sul territorio di Prato.
Alcuni cinesi d’oltremare hanno iniziato ad attribuire grande importanza all’istruzione dei propri figli: oltre a mandarli in Cina per l’istruzione obbligatoria, spingono attivamente i loro figli a ricevere un’istruzione scolastica anche nel paese di arrivo.
Da diversi studi emergono differenze significative tra le generazioni: i giovani cinesi sono più istruiti dei loro genitori, generalmente hanno una migliore conoscenza della lingua italiana e hanno più familiarità con la cultura italiana. Le competenze linguistiche e le moderne conoscenze scientifiche e tecnologiche della nuova generazione di cinesi hanno aperto loro nuove prospettive, incontrando allo stesso tempo difficoltà nell’attivare connessioni sociali e ottenere riconoscimento sociale.

La dispersione scolastica dei ragazzi cinesi di seconda generazione nel corso dei primi anni delle scuole medie superiori è molto alta
3.Diversificazione dei settori occupazionali

Inizialmente i cinesi d’oltremare in Italia erano impegnati principalmente nella ristorazione, nella lavorazione dell’abbigliamento e in altri settori, mentre dal nuovo secolo hanno gradualmente ampliato i settori di occupazione al commercio, all’industria, ai trasporti e ad altri, mostrando una tendenza alla trasformazione nel campo dell’occupazione. La composizione sociale dell’ondata migratoria degli anni ‘80 è caratterizzata prevalentemente da persone provenienti da contesti rurali, privi di competenze professionali specifiche o di capitali, questa ondata migratoria ha visto la maggior parte dei suoi componenti impiegati nelle fabbriche o nei ristoranti, talvolta in condizioni di illegalità. Dagli anni ’90, alcuni cinesi d’oltremare in Italia hanno gradualmente effettuato la transizione professionale dal lavoro subordinato alla creazione di piccole imprese a conduzione familiare e hanno continuato ad espandere la portata delle loro attività. Alcuni studi hanno scoperto che collegare impresa e famiglia è il punto di forza degli italo-cinesi d’oltremare, ovvero raggiungere l’obiettivo di arricchirsi attraverso attività imprenditoriali di tipo familiare. Nella storia delle migrazioni dello Zhejiang, gli emigrati della prima ondata scelsero generalmente di andare in gruppo all’estero per far fronte ai pericoli dei viaggi e diminuire i rischi. I gruppi si formarono principalmente tra parenti del medesimo clan o tra compaesani del villaggio. Questa modalità pose la base per la successiva costruzione delle catene migratorie. Il successo dell’emigrazione della maggior parte dei nuovi migranti zhejianesi e il reperimento dei mezzi di sostentamento è dovuto ai network migratori costruiti dai vecchi immigrati nei Paesi di destinazione. Questi network rappresentano un tipo di capitale sociale che diminuisce il costo ed i rischi della migrazione. Allo stesso tempo, la nuova generazione di cinesi d’oltremare in Italia ha un numero crescente di componenti impegnati nei settori legale, educativo, medico e altri.

 

 

L’azzardo nella comunità cinese

Usanze culturali

Essendo una cultura con un forte senso di collettività e un’ ampia forbice sociale , i comportamenti individuali nella cultura cinese sono fortemente influenzati dagli altri membri della comunità, specialmente da quelli con uno status più elevato. A differenza della famiglia nucleare occidentale, composta da genitori e figli, le famiglie cinesi sono costruite da famiglie allargate che spesso vivono insieme e parenti che hanno frequenti scambi. Alcuni giochi in uso hanno delle funzioni sociali, non si tratta solo di un modo per passare il tempo, ma anche per mettere in contatto più membri della famiglia allargata.
I giochi di scacchi e di carte come il mahjong sono emotivamente stimolanti, l’attrezzatura è semplice e i requisiti di base sono bassi, quindi può essere giocato in maniera trasversale, a prescindere dall’età e dalle condizioni fisiche. Il gioco d’azzardo è comune nelle famiglie cinesi e anche i genitori lasciano che i propri figli giochino al tavolo per familiarizzare presto con i metodi sociali degli adulti, i giovani che vincono al tavolo da poker vengono spesso elogiati dai loro anziani.
Molti occidentali amano scommettere sui gratta e vinci o sulle slot machine, che sono relativamente prevedibili, ma questi giochi non sono molto popolari tra i cinesi.
Le forme di gioco preferite dai cinesi, come i dadi, le carte, il mahjong e il combattimento di galli, hanno la caratteristica di non avere un limite massimo di puntata. Le scommesse e i premi possono essere astronomici, aumentando notevolmente l’incertezza, il brivido e il desiderio portati dall’adrenalina.

Un elemento di cui tenere conto è il rapido e sorprendente sviluppo economico della Cina, tra gli anni ‘70 e il primo decennio dei 2000.
Si può dire che in Cina negli ultimi trenta o quaranta anni non solo la classe benestante, ma ogni classe è diventata più ricca della generazione precedente. Questo improvviso aumento della ricchezza ha presentato una nuova sfida, per fare un esempio molti della nuova generazione di benestanti che si è fatta strada dal basso tende a dare molta importanza nel rapporto con i figli alla grande disponibilità di denaro e di oggetti di lusso, come “ostentazione dei consumi”, come meccanismo che definisce la reputazione sociale e l’onore della famiglia.
Dalle osservazioni emerge anche come il gioco d’azzardo come modo di intrattenimento abbia una soglia linguistica bassa, che permette di comprendere facilmente il funzionamento, è quindi facilmente accessibile anche a fronte di competenze linguistiche molto basse. In questo senso una delle tracce possibili è che l’offerta pervasiva e la bassa soglia di accesso a fronte di una integrazione limitata in altri contesti di socializzazione siano elementi di cui tenere conto. Il nostro lavoro è stato a volta avvertito non come un aiuto, ma come discriminazione e privazione di uno dei pochi divertimenti e passatempi.

I giochi di scacchi e di carte come il mahjong sono emotivamente stimolanti, l'attrezzatura è semplice e i requisiti di base sono bassi

Un’altro possibile fattore, valido sicuramente in maniera trasversale alle diverse comunità, è la speranza illusoria di una grande vincita come fattore di svolta sociale e di successo, a fronte di una mobilità sociale sempre meno reale.
Rispetto ai guadagni da lavoro, i guadagni del gioco d’azzardo sono sicuramente più spettacolari. Per molti cinesi che vivono all’estero, visitare un casinò è una delle poche opportunità per rivivere l’esperienza di essere serviti, notati e incoraggiati.
Tuttavia, l’impatto del gioco d’azzardo si riflette maggiormente nella paura di perdere la faccia. Voler salvare la faccia è una caratteristica comune della maggior parte dei cinesi, così come lo sono pudore, riservatezza e attenzione alla reputazione.
Ci vuole coraggio per ammettere che le capacità di gioco sono mediocri e che il gioco d’azzardo ha influenzato negativamente la propria famiglia. Trovare un aiuto professionale per la dipendenza dal gioco d’azzardo è un compito ancora più difficile. Questo tipo di richiesta di aiuto è considerato un comportamento di debolezza, pertanto, sebbene i cinesi abbiano molti giocatori d’azzardo e siano dipendenti dal gioco d’azzardo, raramente cercano aiuto nei servizi di trattamento al gioco d’azzardo.
È fonte di vergogna cercare una consulenza psicologica professionale per smettere di giocare d’azzardo. Non solo, per evitare che lo scandalo familiare venga pubblicizzato, spesso nelle famiglie cinesi altri familiari pagano i debiti di gioco dovuti dai loro parenti per evitare che il giocatore vada in rovina e si venga a sapere della questione. Un altro fattore da prendere in considerazione è che la maggior parte dei giocatori d’azzardo ha un basso livello di istruzione, la loro comprensione del gioco d’azzardo è superficiale e, anche se raggiungono una dipendenza che impatta fortemente sulla propria vita, non si rendono conto che si tratta di una patologia che richiede un trattamento.
La maggior parte dei dibattiti sulle questioni legate all’immigrazione cinese ruota attorno al grado di integrazione dei cinesi d’oltremare nella società italiana o al grado in cui formano una comunità chiusa, ma l’auto isolamento è spesso una reazione a una sfiducia profondamente radicata nei confronti della società locale. Il raggiungimento di un dialogo efficace tra le società locali e quelle cinesi dipende dal livello di comunicazione già stabilito tra le due.
Emerge chiaramente da questi mesi di attività dell’unità di strada il ruolo necessario della mediazione linguistica culturale come ponte di comunicazione in grado di essere figura chiave della negoziazione di significati tra modelli culturali, un attivatore di dialogo, un punto di riferimento per le comunità locali, le istituzioni e “gli immigrati nello stato di transizione non considerano il modello di vita della società ospitante come un rifugio protettivo ma come un labirinto in cui essi hanno perso ogni senso di orientamento”, soprattutto in temi così profondi e densi di implicazioni afferenti a dimensioni sociali, psicologiche, economiche come le dipendenze.
Con la nostra costante presenza sul territorio abbiamo raggiunto punti di interesse che ci hanno permesso di migliorare l’approccio verso la comunità cinese e consentito di individuare luoghi privilegiati per diffondere informazioni sul gioco d’azzardo e sui nostri servizi, ed entrare in empatia con la comunità conquistando così un po’ della loro fiducia.

Il gioco è fonte di divertimento e apprendimento. Il gioco è un piacere che sperimentiamo tuttə e che condividiamo universalmente. Di fatto si prende cittadinanza nella città dell'azzardo quando la posta in gioco diviene l’unico desiderio e l’unico obiettivo. Il gioco nella città dell’azzardo viene svuotato, perde tutto il suo senso originario. La chiave, che è stata anche uno spioncino tra due città parallele, è stato organizzare eventi dove il gioco come fonte di divertimento e competizione di abilità è stato protagonista.

4. Gioco. Gli eventi di informazione e sensibilizzazione.

Prato in gioco ha organizzato, nel periodo che va da febbraio 2023 marzo 2024 una serie di eventi di sensibilizzazione sul gioco d’azzardo, al fine di informare e coinvolgere la comunità su questo tema.
Gli eventi hanno svolto un ruolo fondamentale nell’educazione e nella sensibilizzazione delle persone sui rischi legati al gioco e hanno offerto un’opportunità unica per coinvolgere i giocatori, i familiari e la comunità nel dibattito sul gioco d’azzardo responsabile.
Uno degli aspetti più importanti degli eventi legati al gioco d’azzardo è stata la possibilità di fornire informazioni accurate sulle probabilità di vincita e perdita, i segni premonitori di un comportamento problematico e le risorse disponibili per chi ha bisogno di aiuto.
Gli eventi sono stati utili per promuovere una cultura del gioco d’azzardo responsabile all’interno della comunità locale. Organizzando eventi di sensibilizzazione in luoghi pubblici come parchi, circoli Arci e Acli, centri giovani, biblioteche, è stato possibile raggiungere un pubblico più ampio, incoraggiare una maggiore consapevolezza e promuovere alternative sane e positive per il tempo libero.
Le nostre attività hanno incluso la distribuzione di materiale informativo, la realizzazione di campagne di sensibilizzazione sui media e la promozione di servizi di consulenza e supporto per chi ha problemi legati al gioco. È stato possibile organizzare eventi ludici e divertenti che hanno permesso alle persone di trascorrere del tempo insieme, esplorando il tema del gioco nella sua connotazione più costruttiva, legandolo all’esperienza del divertimento e interpretandolo come motore di fattori arricchenti il potenziale umano.

Eventi-Essere nei luoghi
Dopo un primo periodo di mappatura del territorio, abbiamo individuato alcuni eventi e
territori interessanti, il primo è stato il 12/02/2023 Capodanno Cinese Prato, sia nel Macrolotto zero che nel Macrolotto 1 che ci hanno permesso di avvicinarci alla comunità cinese.
La mappatura del territorio ci ha permesso di conoscere i punti d’incontro della città, come “Officina Giovani”, un luogo dedicato ai giovani, aperto alle iniziative artistiche e culturali, con un fitto calendario di attività quali laboratori creativi, cineforum, concerti, spettacoli teatrali, mostre fotografiche, ecc.
Durante l’evento del Gif Festival ( 6/5/2023) presso Officina giovani, dove siamo stati presenti con un banchino informativo per promuovere il nostro sportello di ascolto “Tipster point”, insieme alla possibilità di una lezione base sul gioco degli scacchi e, a seguire, una simultanea durante la quale, un maestro di scacchi giocava, contemporaneamente su più tavoli sfidando chi voleva partecipare, grazie all’associazione Scacchi Pratese.
L’evento ci ha permesso di prendere contatti con giovani artisti, tra cui il Collettivo MASC (Magazzino Arte Sociale Contemporanea) con cui abbiamo iniziato una lunga collaborazione, che ha dato vita a un percorso che è durato mesi di lavoro congiunto che ha dato vita al Contest fotografico “Scatta & Vinci”. Alleghiamo il prodotto finale del contest fotografico che ci ha permesso di, attraverso l’utilizzo di un linguaggio potente come quello della fotografia, di esplorare il tema dell’azzardo a Prato dando voce a una pluralità di voci diverse per età, genere e visione. Abbiamo scelto la fotografia perché permette di comunicare in modo universale, senza barriere linguistiche o culturali ed è in grado di stimolare la riflessione e il pensiero critico, portando il pubblico a interrogarsi su tematiche importanti come il gioco d’azzardo.
Il contest ci ha permesso di coinvolgere anche altri soggetti, come il collettivo di fotografi TerraProject e di realizzare più eventi legati al percorso (evento di formazione, mostra con vernissage e finissage, affissioni dei manifesti per le strade di Prato).
Attraverso la collaborazione con il progetto Slot Out, attuato da Arci e Acli a Prato, abbiamo realizzato la proiezione del film “Anima Bella”, evento 6/6/2023 Cinema Terminale a Prato –
Cinema d’Azzardo, del regista Dario Albertini, che tratta proprio del tema del gioco d’azzardo e delle conseguenze negative che può comportare sulla vita di chi ne è coinvolto, in particolare esce fuori il rapporto tra genitori e figli, che ha permesso alle persone presenti in sala di empatizzare con i protagonisti, ed entrare in contatto diretto con loro, stimolando una riflessione sui rischi legati al gioco d’azzardo, ed è stato possibile un confronto con l’aiuto del dottor Marco Gabbiani, della dott.ssa Elena Dolfi del SerD di Prato e degli operatori dei progetti Slot Out raccontando la rete dei servizi rivolti alla cittadinanza sul gioco d’azzardo.
Successivamente, è stato organizzato un evento di pallavolo, 7/10/2023 Torneo di Volleyball- Parco della Liberazione e della Pace, insieme all’associazione “Eventi Social Underground” che ha coinvolto i giovani del territorio in una sana attività sportiva e ha permesso di coinvolgere i giovani, pratesi e non, che entrando in contatto diretto con gli operatori di strada, hanno portato a stringere delle relazioni diventate punto di riferimento, che sono state poi utili per approfondire il tema del gioco d’azzardo partendo dalle curiosità fino ad arrivare ai rischi.
Un’altra iniziativa molto apprezzata è stata l’evento presso il circolo ACLI “Giorgio La Pira “ 14/10/2023 Azzardiamoci a capire! che ha unito l’attività degli scacchi grazie all’associazione “Scacchi Pratese”, con la “ Silent disco”, due attività che hanno attratto target molto diversi tra loro, partendo dai giocatori abituali di scacchi, alle persone che solitamente frequentano il circolo, offrendo un momento di divertimento e di socializzazione. Abbiamo avuto la possibilità di collaborare con “Prismalab”, uno spazio polifunzionale accessibile ai cittadini e alle startup, che sorge tra via FIlzi e via Pistoiese, partecipando ad alcuni eventi con un info point sul gioco d’azzardo.
Siamo infine stati presenti con degli info point sia presso il mercato rionale in Piazza Mercatale, sia di fronte all’ingresso del PIN, il Polo Università di Prato, che durante alcune manifestazioni ad alta partecipazione come il Settembre Pratese o A tutta Birra.

5.Sguardo. Ricerca visuale sul gioco d’azzardo.
Sguardo è stata un'altra parola importante nell'esplorazione della città dell'azzardo. La città invisibile non ama essere vista ma per incontrare davvero qualcuno o qualcosa, incontrarlo per capirlo, vedersi è importante. Abbiamo organizzato eventi e azioni che permettessero ai non abitanti di posare il proprio sguardo sulla città invisibile dell'azzardo.

Attraverso la collaborazione con il Collettivo MASC, gruppo di giovani artisti di Prato in residenza a Officina Giovani, alla collaborazione con il Collettivo TerraProject, il progetto Game L-over è stato realizzato un percorso di ricerca visuale sul gioco d’azzardo a Prato.
La ricerca ha preso forma in un contest aperto alla cittadinanza, un percorso a più tappe che ha coinvolto soggetti diversi nelle diverse fasi di lavoro e che ha permesso di aprire un dialogo e una riflessione a più voci.

6. Onlife. Sviluppare un’applicazione di monitoraggio del gioco.

I dati economici del gioco d’azzardo online come riportati nella tabella in apertura di questo report, così come le attività di progetto svolte nel corso dei mesi ci hanno condotto verso lo sviluppo di una linea di lavoro imprescindibile, che è quella dell’onlife, così come definita da autori quali Floridi. Floridi utilizza la metafora delle mangrovie per descrivere la condizione ibrida della società contemporanea, così come nell’ambiente in cui crescono le mangrovie è impossibile distinguere le due componenti costitutive, l’acqua dolce proveniente dal fiume e l’acqua salmastra proveniente dal mare, nella società attuale è impossibile distinguere nettamente ciò che avviene online e ciò che avviene offline, viviamo in un ambiente ibrido, che il filosofo italiano definisce come onlife, un neologismo che definisce la complessità del contemporaneo.
All’interno del fenomeno dell’azzardo non è scevro da questa commistione che rende imprescindibile l’esclusione di questa dimensione.
Aprire delle linee di intervento in questa dimensione significa immergersi e considerare che tutto ciò che avviene online rispetto all’azzardo non può essere ignorato e ci impone di frequentare i mondi digitali.
Prato in gioco si è quindi dotato di un sito (pratoingioco.it), di una pagina instagram, di un account WeChat e sta sviluppando un’applicazione di monitoraggio del gioco d’azzardo, un diario del giocatore che possa supportare i giocatori, non necessariamente in una fase di rapporto con l’azzardo già definibile come compromessa, ma che si trovano in una fase in cui il rischio deve essere monitorato
Il nome dell’applicazione è DuBetter, un nome che nasce dal riferimento al film “Do The right Thing” di Spike Lee, ma contiene al suo interno un riferimento al carattere cinese 赌 Dǔ, che significa Azzardo, il riferimento al mondo dell’azzardo e delle scommesse (Bet, in inglese significa scommessa) e alla possibilità di fare meglio, monitorando il proprio comportamento di gioco e entrare, se necessario, in contatto con i servizi del territorio che si occupano di dipendenza da gioco d’azzardo (SerD), oltre alla possibilità di entrare in contatto con gli operatori del progetto attraverso una chat.
L’app al suo interno contiene un primo questionario di assessment, che produce quattro profili di rischio. Ogni profilo di rischio contiene delle avvertenze e dei consigli di riduzione dei rischi, così come nei profili più alti i contatti diretti al numero verde regionale, al SerD di riferimento e alla chat con gli operatori.
Tra gli strumenti di monitoraggio sono stati inserite grafici di bilancio economico, di bilancio del tempo passato a giocare d’azzardo e un tracking delle emozioni legate alla giocata.
L’applicazione ci dà la possibilità di inviare delle notifiche all’utente, notifiche legate all’uso dell’applicazione e alla frequenza d’uso del monitoraggio.
Si tratta di un’applicazione che mira a diventare uno strumento ponte, uno strumento che permette di abbassare la soglia di accesso, che rimane alta in ragione dello stigma che riguarda la perdita di controllo sul proprio comportamento di gioco e la difficoltà rilevata nel prendere in mano la compromissione di alcune dimensioni della propria vita da parte dei giocatori.
Poter dialogare con operatori sociali in totale anonimato può essere una facilitazione rispetto all’accesso ai servizi, così come essere presenti in ambienti familiari ai giocatori che prediligono il gioco online rappresenta un ulteriore avvicinamento rispetto ai setting naturali delle persone che si intende raggiungere.

 
7. Conclusioni. Un bilancio, tra convergenza e divergenza, tra presente e futuro

di Michele Marangi

Per riprendere la visione di apertura del report, ispirata a Le città invisibili di Calvino, appare evidente che la scoperta di differenti città nella città suggerisce che il viaggio non dovrebbe fermarsi qui. Avrebbe senso proseguire, per permettere di scoprire ulteriori dimensioni e di identificare nuove chiavi di analisi e di interpretazione, che facilitino il superamento di soglie che a prima vista potrebbero apparire invalicabili e la scoperta e l’attraversamento di territori di solito poco conosciuti, mal rappresentati e frequentati di rado.
Fuor di metafora, il valore primario del progetto Pratoingioco – che emerge chiaramente in questo report – è stata la sua capacità di mettere in atto un doppio movimento, solo in apparenza contraddittorio, tra divergenza e convergenza.
Da un lato, il progetto ha evidenziato e confermato la necessità, ma anche la possibilità, di affrontare l’azzardo in modo articolato e plurale, moltiplicando le piste di azione, gli strumenti e i metodi che si possono utilizzare per lavorare su un tema a sua volta molto ampio e complesso, sfuggente e in perenne trasformazione, quale è l’azzardo (Dow Schull, 2015), che invece spesso viene ancora trattato e comunicato in modo univoco e semplicistico.
Dall’altro lato, il report fa emergere aspetti ricorrenti e una serie di nodi chiave, che si intrecciano nelle varie azioni e suggeriscono l’opportunità di identificare alcuni capisaldi che probabilmente andrebbero considerati come necessari, anche se non sufficienti, per ogni azione di intervento territoriale, sociale e culturale su questo tema.
Da questa dinamica, solo in apparenza ossimorica, tra pensiero divergente e azioni convergenti, si possono identificare alcuni concetti chiave, che potrebbero favorire la progettazione e la sperimentazione di ulteriori progetti sull’azzardo anche in altri contesti territoriali. Proviamo a identificarli, in modo sintetico e non esaustivo, ma piuttosto come annotazioni da cui ripartire per un possibile ulteriore sviluppo.

Abitare e conoscere il territorio in cui si opera, in una prospettiva etnografica
Il radicamento nel territorio è stato garantito non solo dalla molteplicità di partner e di professionalità che hanno composto l’equipe, ma anche dalle loro storie pregresse, che li hanno spesso visti partecipare a progetti e ricerche sociali nei contesti di sviluppo del progetto. Questi aspetti, combinati, hanno permesso di lavorare in modo consapevole e approfondito, sia rispetto alla tematica affrontata, sia in relazione alle dinamiche culturali che strutturano in profondità le relazioni sociali e i significati simbolici che determinano la percezione e la trattazione dell’azzardo. Questo radicamento ha facilitato le relazioni con le differenti realtà e i soggetti presenti nel territorio e ha anche reso più naturale da parte dell’equipe l’assunzione di un punto di vista che potremmo definire etnografico (hooks, 2023), capace di indagare in profondità i cambiamenti in atto e di dare voce a differenti soggetti, individuali e collettivi, attraverso un confronto costante e frequente.

Oltre il target, le audience articolate e interattive
Il costante contatto con il territorio ha permesso di cogliere la complessità delle relazioni e la pluralità di sfaccettature che caratterizzano le persone coinvolte, a differenti livelli e con differenti necessità, nel fenomeno dell’azzardo. Giocatori e giocatrici con storie ed esigenze differenti, familiari in cerca di aiuto, gestori di attività commerciali o di attività socioculturali che non pensavano di avere nessi specifici con l’azzardo in senso problematico, semplici cittadini e cittadine che scoprono la possibilità di prender coscienza della complessità del tema e della possibilità di fare qualcosa per sensibilizzare le persone sui rischi che implica. Pratoingioco si è rivelato un progetto che ha concretamente superato una nozione che appare anacronistica, ovvero il concetto di target, il bersaglio oggettivo da colpire e coinvolgere rispetto alle azioni sociali e di prevenzione. Ciò non significa che il progetto non abbia avuto degli obiettivi ben precisi, ma piuttosto che li abbia declinati nel senso di un coinvolgimento delle audience, ovvero di un insieme di soggetti che si attivano secondo logiche, interessi e azioni differenti e che non vanno solo raggiunti e “convinti” a fare certe azioni o a seguire certe indicazioni. Le audience coinvolte dal progetto hanno permesso di identificare e valorizzare nuove possibilità di lavoro e nuove tipologie di intervento, grazie alla capacità di creare interazione e di promuovere soggettività attiva e non solo ascolto passivo (Capecchi, 2015). Si pensi in particolare al ruolo svolto da alcuni commercianti o al coinvolgimento di alcune persone della comunità cinese.

L’approccio interculturale
La dimensione interculturale del progetto non va ridotta e banalizzata all’attenzione specifica che molte azioni hanno denotato rispetto alle persone della comunità cinese. L’intercultura è una dimensione più complessa, che non si limita al luogo di nascita o all’appartenenza a una comunità intesa in senso essenzialista, ovvero identificabile in modo rigido e invariabile, con aspetti determinati. Le azioni del progetto hanno declinato l’approccio interculturale nel senso più maturo e ricco del termine (Cohen-Emerique, 2017), identificando diverse modalità operative e relazionali a seconda delle caratteristiche non solo delle persone, ma anche dei contesti spaziali e temporali in cui vivono, secondo una logica intersezionale (Hills Collins, 2022), che riconosce differenti elementi che concorrono nell’espressione di un comportamento o di un pensiero, nell’affermazione di una propria identità che è dinamica e afferisce a più variabili, continuamente ricodificate: dall’età al genere, dalle proprie conoscenze ai propri valori, dai contesti di vita e di lavoro alle relazioni sociali. In questa prospettiva, Pratoingioco ha costantemente ridefinito l’approccio ai rischi e all’impatto dell’azzardo come attenzione costante alle differenti significazioni e azioni che produce non solo in specifiche comunità, ma anche nei vari soggetti individuali o gruppali, cogliendo alcune situazioni in cui è più complesso affrontarlo e altre in cui è possibile attivare il confronto e il dialogo.

La centralità dei linguaggi
In stretta connessione con i punti precedenti – l’eterogeneità delle audience e l’approccio interculturale – il progetto ha ipotizzato fin dall’inizio la necessità di attivare differenti codici comunicativi, linguistici e narrativi. Questa attenzione non si è tradotta solo in una molteplicità di formati espressivi e informativi e nell’uso di lingue differenti, dai volantini ai manifesti, dai formati digitali agli eventi in presenza, ma anche nella consapevolezza di creare un design articolato che permette di praticare non tanto un approccio multimediale, quanto multimodale.
Se il concetto di multimediale pone l’attenzione all’intreccio tra differenti formati mediali all’interno dello stesso prodotto o progetto comunicativo e valorizza chi lo ha creato, il multimodale pone in primo piano la ricezione di chi fruisce e utilizza la comunicazione, preoccupandosi non tanto dell’efficacia estetica e formale in sé, ma soprattutto dell’accessibilità e della molteplicità di possibili significazioni da parte dei destinatari (Kress, 2015). La dimensione multimodale permette quindi l’allargamento delle possibilità di significazione per differenti persone e accresce le possibilità e le capacità di significare le attività svolte in tanti modi diversi, che non diventano concorrenziali, ma complementari: formati, oggetti, situazioni, eventi e registri comunicativi, stili narrativi e così via.

Un progetto onlife
La ricchezza degli approcci, la modularità delle azioni, l’eterogeneità dei formati comunicativi, la complessità dei contesti di riferimento potrebbero far pensare a un progetto difforme e scarsamente focalizzato. In realtà questa eterogeneità riflette la ricchezza interdisciplinare dell’equipe, che attraverso differenti professionalità, ruoli, competenze e capacità, sia formali che informali, ha permesso di tradurre in attivazioni concrete tutte le dimensioni viste in precedenza, che altrimenti avrebbero rischiato di restare pure cornici teoriche. Ma la continua differenziazione delle varie iniziative e la costruzione di molteplici occupazioni di incontro, scambio, dialogo e coinvolgimento, ha anche reso la dimensione “onlife” del progetto, ovvero il superamento della distinzione tra ciò che accade online e ciò che accade offline (Floridi, 2014). In senso più ampio, questo superamento si sostanzia nella necessità e nella capacità di far dialogare ciò che accade in sincrono e in presenza fisica, come lo sportello di ascolto o gli eventi pubblici e culturali, con ciò che accade in asincrono nella dimensione digitale (Marangi, 2023), come accade per il sito e per l’app di misurazione delle proprie pratiche di azzardo.

Abbassare la soglia, favorire la continuità
L’insieme dei punti schematizzati in precedenza non vuole sistematizzare o definire in modo eccessivamente rigido e meccanico la complessità di un progetto che viceversa si fonda sulla dinamicità degli approcci e dei metodi e sulla continua ridefinizione delle pratiche da sviluppare, sulla base della costante interazione con il contesto territoriale, inteso sia in senso topografico che sociale e culturale.
Piuttosto, questa rapida ricognizione di alcuni nodi particolarmente significativi nel design progettuale e nella strutturazione operativa di Pratoingioco, permettono di coglierne la costante attenzione a due dinamiche trasversali.
Da un lato, la costante attenzione al tenere basse le soglie di accesso al progetto, sia per chi è direttamente interessato al tema dell’azzardo sia per chi non aveva mai avuto occasione di confrontarvisi. In questa logica, il progetto ha postulato l’accessibilità non tanto come dinamica di inclusività – che spesso presuppone qualcuno che permette ad altri di entrare – ma piuttosto di interazione, dialogo e confronto, in una logica di costante aggiornamento e crescita reciproca, oltre l’idea di “operatore” e “utente”.
In secondo luogo, ma è forse l’aspetto più importante in assoluto, il progetto ha fatto sua la nozione di dinamicità e di trasformazione, come dimensione imprescindibile per attuare azioni socioculturali di sensibilizzazione e di prevenzione sul tema dall’azzardo.
Pur nella fatica e nella difficoltà che comporta, questa attenzione costante alla trasformazione degli elementi su cui si lavora, ha permesso non solo di concretizzare eventi e di costruire presidi operativi, ma anche di tessere relazioni, sviluppare alleanze e facilitare connessioni che hanno sviluppato una trama profonda nel territorio e che lasciano intravedere un ordito sempre più strutturato e coerente.
Il progetto è terminato, ma sarebbe paradossale che questa ricchezza di connessioni e relazioni non possa svilupparsi e radicarsi ulteriormente, portando sempre più a galla nuove dimensioni di altre città finora invisibili.

L’intercultura è una dimensione più complessa, che non si limita al luogo di nascita o all’appartenenza a una comunità intesa in senso essenzialista, ovvero identificabile in modo rigido e invariabile, con aspetti determinati.